Elcito viene spesso chiamato “il piccolo Tibet delle Marche” per la sua posizione arroccata a 821 m s.l.m. e il silenzio che caratterizza il borgo, ma a noi piace ricordarlo come “un castello sopra le nuvole”, come scrive Marcello Muzi nel suo libro “Dodici castelli”. Ed è infatti questa l’origine della frazione di San Severino Marche, che si raggiunge in auto per una strada stretta e piena di tornanti che attraversa la foresta.
Fino a pochi anni fa era un paesino di pastori e contadini che non avevano bisogno di negozi poiché totalmente autosufficienti e in grado di affrontare le avversità dovute all’isolamento. Attualmente è pressoché disabitato, ma Elcito ci racconta di un passato ben diverso. Arrivati al paese, guardando ad est godiamo della vista delle colline e delle valli fin quasi al mare, mentre verso ovest domina il monte San Vicino; poi l’occhio si sofferma, catturato dai colori del bosco e della piccola valle sottostante, chiamata Valfucina, dove oggi ci sono alcune case. Proprio lì, nel Medioevo, sorgeva un monastero benedettino che diede origine al castello di Elcito, eretto in funzione protettiva. Tanto più il monastero prosperava, tanto più cresceva l’importanza del castello, reso praticamente inespugnabile dalla sua posizione vantaggiosa. Poi alle fine del XV secolo i beni del monastero passarono in mano alla Cattedrale di San Severino e questo evento decretò il progressivo declino di tutta la zona fino all’attuale spopolamento.
Cosa significa il nome Elcito?
Per la realizzazione delle mura e delle volte è stato fatto uso di “opus caementicium”.
Da terra e fino ad un’altezza di circa 60-70 cm sulla parete si nota la presenza di una malta impermeabile a base di cocciopesto. Quest’altezza ci da indicazione del livello dell’acqua presente all’interno delle cisterne mentre il resto dello spazio era libero così da garantire la circolazione dell’aria evitando il ristagno dell’acqua.
Sul pavimento è presente un piccolo canale di pulizia che percorre la stanza centralmente nel senso della lunghezza: le cisterne periodicamente (1-2 volte all’anno) venivano svuotate e pulite, spazzando via i detriti accumulatisi nel canale fino ad una probabile discarica al di fuori delle cisterne.
L’acqua arrivava nelle cisterne in più modi: attraverso una serie di condotti sotterranei, probabilmente in terracotta, giungeva l’acqua sorgiva mentre attraverso dei pozzetti di areazione posti in alto passava l’acqua piovana.
Perché visitare Elcito?
La ricchezza floreale e paesaggistica sono proprio uno dei motivi principali che ci spingono a visitare il borgo: ad oggi è quanto mai suggestivo percorrere le viuzze silenziose del paese, visitare la chiesa di San Rocco e ammirare il panorama. Quando arriverete al centro del paese noterete uno slargo tra le case: è la testimonianza dell’ultima battaglia dell’antico castello poiché durante la seconda guerra mondiale i tedeschi, per rappresaglia contro i partigiani, fecero saltare in aria quella che allora era la canonica.
Cosa fare ad Elcito?
Da Elcito partono anche alcuni sentieri escursionistici ed una strada che conduce alla meravigliosa faggeta con alberi secolari di Canfaito, imperdibile meta autunnale per gli amanti della natura, e si arriva infine al Monte San Vicino dalla cui cima lo sguardo percorre tutte le Marche.
Articolo scritto da Lo zaino delle Maestre (Annalisa, Chiara e Martina)
Curiosità
Dal nome quasi spagnoleggiante, il toponimo Elcito deriverebbe in realtà dalla parola “elce”, ossia leccio, pianta presente nella zona.