Home Cosa visitareLuoghi storici Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata

Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata

by Visitare le Marche
biblioteca comunale mozzi borgetti di macerata

A ridosso di piazza Vittorio Veneto, alle spalle di Palazzo Ricci, c’è l’antico palazzo che custodisce l’inestimabile patrimonio librario della comunità maceratese.

Storia della biblioteca comunale di Macerata

Il palazzo che attualmente ospita la biblioteca comunale di Macerata è stato voluto e costruito nel 1600 dall’ordine dei gesuiti insieme alla vicina chiesa di San Giovanni; nel 1773 una bolla papale sciolse la Compagnia di Gesù e questi furono mandati via da Macerata. Iniziò quindi una contestazione tra chiesa e comune per la proprietà del palazzo e fu il cardinale Pallotta che risolse la disputa intercedendo affinché fosse assegnato al comune.

Nello stesso anno vennero affidati a Vincenzo Martini, pittore locale, ed altri artisti i lavori di decoro della cosiddetta Galleria Trasversa – per la sua posizione perpendicolare rispetto a quella longitudinale dell’edificio – o anche denominata Galleria degli Specchi, per la presenza appunto di numerosi specchi antichi, e l’affrescatura di tutte le sale antiche.

Gli artisti decorarono la Galleria con grottesche in stile settecentesco, aggiungendo sedici medaglioni sulle cornici d’imposta raffiguranti filosofi e scienziati a sottolineare il passaggio di proprietà dal potere sacro a quello laico; furono inoltre inserite targhe in latino che incentivavano allo studio in ogni fascia d’età.

Dalla Galleria Trasversa si passa, a nord, in tre sale dedicate rispettivamente al sole, all’aurora ed alla sapienza divina; ogni dedica è fatta secondo i dipinti presenti nei soffitti delle stanze e rappresentano simbolicamente il passaggio dalle tenebre dell’ignoranza alla luce della conoscenza.

All’interno di una delle sale c’è uno stemma ligneo interamente dorato che raffigura lo scudo papale, lo stemma del cardinale Pallotta e lo stemma del comune di macerata, in omaggio a coloro che resero possibile la nascita della biblioteca comunale. 

La navata a sud del palazzo consta di cinque sale più piccole, in una delle quali troviamo conservati i testi dei gesuiti in librerie etichettate in base al tema contenuto: il lavoro di etichettatura fu opera del Martini ed è interessante notare la vastità dei temi già noti e studiati dai gesuiti nel 1600.

stemma-papale-e-comunale-biblioteca-macerata-visitare-le-marche
Scudo papale e stemma del comune di Macerata

Il patrimonio librario

Al primo piano del palazzo le sale antiche della biblioteca comunale conservano all’incirca 350.000 volumi, tra cui manoscritti, incunaboli, edizioni originali dei secoli scorsi, opere musicali e teatrali e una ricca fototeca composta da migliaia di immagini e negativi.

La biblioteca è stata fondata grazie agli importanti e numerosi lasciti dei gesuiti, tra cui gli incunaboli (prime scritture a caratteri mobili) e gli scritti inerenti alle discipline da loro studiate.

Accanto a questa vanno ricordate le successive donazioni dei nobili dell’epoca, in particolare dei fratelli Mozzi, i quali donarono parte del loro patrimonio librario sulla giurisprudenza, e del Borgetti. Quest’ultimo, oltre ai libri, lasciò un’importante risorsa economica grazie alla quale iniziò il lavoro di archiviazione e catalogazione dei volumi che portò, nel 1787, all’apertura della biblioteca al pubblico.

Questo passo fu fondamentale per la futura scelta di porre in questi spazi l’antica sede dell’università di macerata con la facoltà di giurisprudenza.

Una menzione va fatta alla presenza in biblioteca di un’antica carta geografica con la rappresentazione sferica della Terra.

libri della biblioteca comunale di macerata
Alcuni libri antichi della biblioteca comunale di Macerata

L’archivio digitale

Tra le varie stanze della biblioteca ve n’è una dedicata all’archivio per la ricerca manuale dei volumi, oramai in disuso perché dal 2006 in poi si è proceduto all’archiviazione digitale dei testi. Tale operazione è completa e il successivo grande passo che si sta compiendo è la digitalizzazione dei contenuti dei volumi.

Curiosità

È interessante notare l’assenza di vetri o plastiche che isolino i manoscritti dall’ambiente esterno, funzione svolta da una semplice rete metallica: i tecnici convengono che l’edifico è costruito di un materiale che crea al suo interno un perfetto microclima per la conservazione di manoscritti così antichi. Basti pensare che ad oggi i bibliotecari riferiscono di avere problemi di conservazione con i testi stampati 50 anni fa ma non con quelli secolari!

You may also like

Lascia un commento