A pochi passi dalla costa marchigiana settentrionale, nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino, si trova la città di Gradara, particolarmente nota per l’omonima Rocca che con il suo borgo fortificato rappresenta un magnifico esempio di architettura medievale ben conservato.
La Rocca Demaniale di Gradara
Il Castello di Gradara sorge su di un rilievo collinare, attorniato da possenti mura di cinta che si estendo a difesa dell’intero borgo sottostante e dalla sua posizione privilegiata domina l’intero panorama circostante: da un lato la vista si perde nel Mar Adriatico, dall’altro nel lontano sfondo naturale dei monti dell’Appennino.
Nato come fortezza militare, fu progressivamente trasformato in residenza nobiliare e complessivamente furono molte le famiglie storiche che si avvicendarono tra le sue mura.
La Rocca di Gradara nella storia
La Torre del Mastio, il torrione principale alto trenta metri, fu il primo nucleo della struttura ad essere costruito dalla famiglia De Griffo agli inizi del XII secolo. Successivamente, a causa di conflitti con il Papato, la struttura passò sotto il controllo dei Malatesta i quali proseguirono con l’edificazione delle cinta murarie tra il XIII e il XIV secolo e di lì in avanti la Rocca assunse gradualmente la forma e le dimensioni che ammiriamo oggi.
Intano i conflitti tra i nobili dell’epoca e il Papato proseguirono quasi incessantemente nel corso dei secoli e la Rocca di Gradara passò di mano in mano ospitando nei suoi saloni le grandi dinastie degli Sforza, dei Della Rovere, dei Borgia e dei Medici per poi finire sotto il diretto controllo della Chiesa.
Nel 1920 la Rocca di Gradara fu acquistata dall’architetto Zanvettori il quale portò a termine importanti lavori di ristrutturazione, data la condizione di decadenza in cui versava la struttura. Alla sua morte, la seconda moglie e vedova Alberta Porta Natale vendette la proprietà alla Stato Italiano che ne entrò in possesso nel 1983 alla morte della signora.
Anche in quest’occasione furono portati avanti importanti lavori di ristrutturazione e restauro e la Rocca di Gradara è oggi fruibile a tutti promettendo un salto nel passato e l’immersione nell’atmosfera medievale.
Il Borgo
Per arrivare alla Rocca di Gradara è necessario oltrepassare la monumentale porta posta all’ingresso del borgo e camminare lungo il corso principale; da qui è possibile imboccare i vicoli che dirigono verso le mura laterali e dalle cui aperture arcuate è visibile un assaggio del panorama che aspetta in cima al castello.
Gli ambienti del Castello
All’interno della roccaforte del Castello la passeggiata inizia attraversando il ponte levatoio che conduce al cortile interno, il Cortile d’Onore, su cui si affaccia la Sala delle Torture per proseguire lungo una scalinata in legno che porta ai piani superiori: da qui inizia il percorso circolare da una stanza ad un salone i cui decori alle pareti simboleggiano la grandezza dei potenti casati che hanno attraversato e soggiornato in quegli ambienti.
La prima stanza in cui si entra è la Sala del Mastio, dove nel soffitto si apre una botola che porta agli spazi superiori della torre. Proseguendo si attraversa il Salone di Sigismondo e Isotta dove sulla parete laterale sono ancora visibili le tracce del ponte levatoio che portava al mastio. La passeggiata prosegue nella Sala della Passione, nella Sala dei Malatesta e da qui si ha la possibilità di sbirciare nel Camerino di Lucrezia Borgia; quindi si prosegue nella Sala del Leone Sforzesco, nella Sala del Cardinale, con tanto di inginocchiatoio accanto al letto; si passeggia ancora nella Sala dei Putti, attraverso la Sala Rossa, nella Sala del Consiglio e si arriva alla Camera di Francesca in cui Zanvettori, durante i lavori del ‘900, ha voluto collocare la triste vicenda dei due amanti e ha ricreato tutti gli elementi del dramma di Paolo e Francesca così come raccontati da Dante e Boccaccio; nella sala è esposta una riproduzione del costume di scena dell’abito indossato dall’attrice Eleonora Duse durante lo spettacolo teatrale. Il percorso nel piano nobile termina con la Sala di Giustizia e il loggiato esterno.
Ritornando all’ingresso al piano terra si attraversa la Sala del Corpo di Guardia, ed uscendo l’ultimo tratto del percorso permette di passeggiare sulle camminamento delle mura di cinta.
La leggenda di Paolo e Francesca
La Rocca di Gradara ha fatto da sfondo a tantissimi amori: quello tra Giovanni Sforza e Lucrezia Borgia, tra Sigismondo Malatesta e Isotta ma la sua fama è legata al leggendario e tragico amore di Paolo e Francesca.
Francesca da Polenta, figli di Guido da Polenta, signore di Ravenna, sposò Giovanni Malatesta, signore di Rimini, noto come Gianciotto perché “ciotto” ed in generale non di bell’aspetto.
Paolo, il fratello minore di Giovanni, era un cavaliere nobile, bello e cortese, già sposato, ma s’innamorò di Francesca e fu ricambiato nel suo amore: Giovanni, avvisato della tresca da un servitore, li colse in flagrante ed uccise entrambi gli amanti.
Molti grandi scrittori, poeti ed artisti di ogni genere hanno narrato la storia dei due sfortunati amanti, primo tra tutti Dante Alighieri nel V Canto dell’Inferno, seguito da Boccaccio, D’Annunzio ed altri conferendo loro un posto nella storia.
Credit foto copertina: Rocca di Gradara
Lun. 8.30 – 14.00
da Mart. a Dom. 8.30 – 19.15
Chiusura: 25 dicembre, 1 gennaio
Biglietto intero:
€ 8,00 dal 9 aprile 2018 à dai 25 anni di età
Biglietto ridotto:
€ 4,00 dall’8 aprile 2018 à per tutti i cittadini dell’UE di età compresa tra i 18 ed i 25 anni
Biglietto gratuito:
per i cittadini italiani che non abbiano compiuto il 18esimo anno di età